Cosa sono i Distretti Biologici

Proposta di Legge N.302-3674-A - Art. 10
(Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo Biologico

Strumento innovativo

La costituzione di un Distretto Biologico permette una innovazione nel governo della sostenibilità ambientale dei territori. Il Distretto viene infatti gestito congiuntamente da operatori biologici, enti locali e associazioni di cittadini con l’obiettivo di valorizzare ed incrementare il metodo biologico nelle produzioni alimentari (e non alimentari), nelle politiche pubbliche e nell’offerta turistica

1. Costituiscono distretti biologici i sistemi produttivi locali, anche di carattere interprovinciale o interregionale, a spiccata vocazione agricola nei quali, oltre alle caratteristiche previste dall’articolo 13 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228 (Distretti rurali e agroalimentari di qualità), siano significative:
- la coltivazione, l’allevamento, la trasformazione e la preparazione alimentare e industriale di prodotti biologici conformemente alla normativa europea, nazionale e regionale
- la tutela delle produzioni e delle metodologie colturali, d’allevamento e di trasformazione tipiche locali.

Coltivazione, allevamento, trasformazione e preparazione alimentare di prodotti biologici, tutela delle produzioni e metodologie culturali, dell’allevamento e trasformazioni tipiche locali

Partecipazione pubblico-privato

Possono aderire al Distretto Biologico tutte le realtà che compongono il tessuto socio-economico del territorio, produttive e non, pubbliche e/o private, che in qualche modo si impegnano a perseguire le finalità del Distretto

Non solo agricoltura

Caratterizzano i Distretti la presenza di aree pesaggisticamente rilevanti, incluse quelle protette sia a livello nazionale che Regionale, aree cioé vocate al turismo di qualità

2. Al Distretto Biologico possono partecipare gli enti locali che adottino politiche di tutela del ruolo delle produzioni biologiche, di difesa dell’ambiente, di conservazione del suolo agricolo e di difesa della biodiversità.

4. I distretti biologici si caratterizzano per l’integrazione tra le attività agricole e le altre attività economiche presenti nell’area del distretto stesso e per la presenza di aree paesaggisticamente rilevanti, incluse le aree protette nazionali e regionali di cui alla legge 6 dicembre 1991, n. 394, e le aree comprese nella rete «Natura 2000» prevista dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357.

Collaborazione pubblico/privato nella conservazione dell’ambiente e nella valorizzazione del territorio

16 Distretti già operativi

Cilento (2009, Campania)
Grecanico (2009, Calabria)
Via Amerina e Forre (2013, Lazio)
Val di Vara (2013, Liguria)
Chianti (2016, Toscana)
San Gimignano (2012, Toscana)
Val di Gresta (2014, Trentino Alto Adige)
Val Camonica (2014, Lombardia)
Baticos (2016, Calabria)
Filo di Luce Canavese (2015, Piemonte)
Valli del Simeto (2016, Sicilia)
Valle dei Laghi (2013, Trentino Alto Adige)
Sociale di Bergamo (2016, Lombardia)
Colli Euganei (2016, Veneto)
Bio Altopiano (2017, Veneto)
Bio Venezia ( 2016,Veneto)
6. Le imprese agricole, singole e associate, le organizzazioni dei produttori e i soggetti pubblici e privati che intendono promuovere la costituzione di un distretto biologico costituiscono un Comitato direttivo incaricato della rappresentanza delle istanze amministrative, economiche e commerciali del medesimo distretto, anche attraverso la predisposizione di modelli semplificati per la gestione delle pratiche amministrative.
WordPress Video Lightbox Plugin